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 internazionalismo operaista e nuova sovranità nazionale

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sandro gugliotta




Numero di messaggi : 2
Data d'iscrizione : 03.02.09

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MessaggioTitolo: internazionalismo operaista e nuova sovranità nazionale   internazionalismo operaista e nuova sovranità nazionale Icon_minitimeMar Feb 03 2009, 20:22

Salve a tutti. Mi chiamo Sandro Gugliotta sono convinto che in Italia vi sia la necessità di attivare efficacemente nuovi centri di controinformazione, unico antidoto al pensiero unico che sta sempre più definendo il nuovo uomo ad una dimensione. Spero di contribuire insieme a voi a lanciare nuovi spunti di riflessione e diversi punti di vista sulla realtà storico politica che il paese sta vivendo. Comincio subito: come coniugare l'internazionalismo operaista, avanguardia del pensiero progressista, con la necessità di affermare una nuova sovranità nazionale storicamente legata al superato concetto degli stati nazione che ha contraddistinto l'evoluzione liberal-conservatrice degli stati europei fino ad oggi?
grazie
sandro gugliotta
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alekos18

alekos18


Numero di messaggi : 1117
Data d'iscrizione : 04.04.07

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MessaggioTitolo: Re: internazionalismo operaista e nuova sovranità nazionale   internazionalismo operaista e nuova sovranità nazionale Icon_minitimeVen Feb 06 2009, 02:57

sandro gugliotta ha scritto:
Salve a tutti. Mi chiamo Sandro Gugliotta sono convinto che in Italia vi sia la necessità di attivare efficacemente nuovi centri di controinformazione, unico antidoto al pensiero unico che sta sempre più definendo il nuovo uomo ad una dimensione. Spero di contribuire insieme a voi a lanciare nuovi spunti di riflessione e diversi punti di vista sulla realtà storico politica che il paese sta vivendo. Comincio subito: come coniugare l'internazionalismo operaista, avanguardia del pensiero progressista, con la necessità di affermare una nuova sovranità nazionale storicamente legata al superato concetto degli stati nazione che ha contraddistinto l'evoluzione liberal-conservatrice degli stati europei fino ad oggi?
grazie
sandro gugliotta
Come non accogliere positivamente la disponibilità che esprimi! Ti invito, se vuoi, a renderla conseguente, non solo continuando ad intervenire nel forum, ma anche scrivendo in privato alla redazione e circostanziando meglio i tuoi intendimenti. Nel merito di quanto scrivi, dico la mia, ma prima ti invito, in caso volessi proseguire il confronto su questo punto, a farlo (in questo forum) nella sezione "Parliamo di Indi", alla voce "Conflitto capitale/lavoro e liberazione nazionale". Lì sono stati già posti dei nodi...

Sull' "internazionalismo operaista" resto perplesso. Non è che mi sia tanto chiara la cosa. Nel senso che, a parte lotte operaie localizzate ed episodiche qua e là nel mondo, non vedo traccia di qualcosa che travalichi i confini statuali. E poi, cosa intendi per "internazionalismo"? Te lo chiedo non per ozioso diletto dialettico, ma per la convinzione che ho da molto tempo sull'accezione astratta e variegata che sovente se ne ha, quando mi è capitato di ragionarne al riguardo tra compagnerie largamente intese.

Quanto agli Stati-nazione: prendendo atto della realtà, dico che il loro concetto e soprattutto la loro funzione sono tutt'altro che superati. Non so se questo tuo convincimento sia legato alla constatazione della sudditanza di alcuni Stati (come l'Italia) rispetto ad altri. Ma se si guarda con una visione d'insieme lo Stato resta l'attore principale e a tutto campo, sullo scenario internazionale.

L'idea del "coniugare" che evochi, la colgo positivamente in termini di necessaria relazione tra lotte sociali e contesto nazionale da liberare. Qui da noi, in Italia, un'impostazione del genere è inesistente e sarebbe veramente rivoluzionaria. Non ci si rende nemmeno conto dei possibili effetti, delle potenziali connessioni causa-effetto che produrrebbe. Si tratta comunque di un livello ineludibile cui si arriverà. I fatti, la realtà parlano chiaro. Lotte sociali che non si pongano il problema della sovranità e dell'indipendenza innanzitutto politica del proprio paese, sono condannate al piano minimale della pura rivendicazione salariale. Con esiti fisiologicamente insoddisfacenti o (quasi) nulli pur nella loro parzialità, come generalmente si può rilevare. Viceversa si aprono prospettive molto interessanti. Basta seguire, nel mondo, le dinamiche politiche di chi ha assunto l'idea-forza del patriottismo rivoluzionario di liberazione e ne ha fatto un valore aggiunto sociale per rendersi conto delle sue enormi potenzialità.

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