Rivistaindipendenza.org
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.
Rivistaindipendenza.org

Il forum della rivista
 
IndiceIndice  CercaCerca  Ultime immaginiUltime immagini  RegistratiRegistrati  Accedi  

 

 Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione

Andare in basso 
AutoreMessaggio
alekos18

alekos18


Numero di messaggi : 1117
Data d'iscrizione : 04.04.07

Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione Empty
MessaggioTitolo: Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione   Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione Icon_minitimeLun Nov 26 2018, 21:19

BILANCIO DELLA CAMPAGNA (PRIMA FASE) DI “INDIPENDENZA”
SUL TRASPORTO PUBBLICO A ROMA

Di seguito l’impegno di Indipendenza, con il suo “Comitato No referendum Atac”:

- apertura di un sito sul tema (https://comitatonoreferendumatac.wordpress.com/) e connessa casella di posta elettronica (comitatonoreferendumatac@gmail.com) con gli scritti volta a volta divulgati sia sulle reti sociali, sia tramite l’indirizzario elettronico di “Indipendenza”;

- iniziative promosse autonomamente ed altre in cui, su invito, siamo intervenuti;

- interviste uscite su diverse testate locali;

- auto-produzione di un video (https://associazioneindipendenza.wordpress.com/2018/11/08/verso-il-voto-le-ragioni-del-no-al-referendum-atac/);

- incontri di gruppo all’aperto e soprattutto a domicilio (sollecitando particolarmente i sostenitori del SI ad invitare a casa propria parenti, amici, vicini, conoscenti e, al termine degli incontri, invito a rilanciare ‘a catena’ il materiale informativo esposto, via posta elettronica. Alla fine, dato il numero delle richieste, abbiamo risposto al maggior numero possibile di inviti, non a tutti), modalità quest'ultima da sviluppare anche in altre occasioni;

- diffusione, pur non in tutte le occasioni, della rivista.

Sul trasporto pubblico a Roma i giochi restano aperti. Non solo perché i Radicali hanno annunciato che ricorreranno al TAR in riferimento alla modifica dello Statuto di Roma Capitale che abolisce il quorum e dunque per ottenere la validità ed efficacia della consultazione, pur se delegittimata sul piano popolare. Non solo perché a dicembre l’assemblea dei creditori darà o meno il via libera al concordato. Non solo perché non è scongiurata la prospettiva della messa a gara del servizio di trasporto pubblico, vista la proroga fino al dicembre 2021 dell’affidamento “in house” ad Atac del servizio di trasporto pubblico locale. La questione resta aperta per chi, come Indipendenza, battendosi al referendum per il NO, l’ha inteso non come atto di conservazione dello status quo, ma come premessa indispensabile per un rilancio effettivo di un ruolo pubblico nel sociale.

Di qui il dovere morale e politico di proseguire questa lotta, rifiutando la natura odierna di Atac come SpA: si tratta di aprire un fronte sociale e politico per un servizio / gestione pubblica, per l’istituzione di un’azienda speciale pubblica metropolitana in cui siano ricomprese nel perimetro le linee ed i dipendenti della Roma TPL. Una risposta al modello dominante con quello che a tutti gli effetti dovrebbe prefigurarsi come un vero e proprio esperimento di democrazia economica e legalità costituzionale, in continuità quindi con la parte 'positiva' della nostra proposta politica nella campagna referendaria, a saldarsi anche con altri snodi come la politica industriale e la riconversione ambientale nella mobilità.
Sappiamo che questo andrà di per sé ad impattare con il quadro vincolistico, liberalizzatore e privatizzatore, della piattaforma neoliberista dell’Unione Europea. Del resto la specificità del comitato che come “Indipendenza” abbiamo messo in piedi è stata proprio quella di collegare una catena di ‘perché’ che dal contesto generale (Unione Europea e connivenze pluridecennali delle classi dirigenti di questo Paese) interferisce in modo decisivo fino all’ambito territoriale locale (ed il trasporto è solo uno degli ambiti, peraltro essenziale data la sua rilevanza d’interesse collettivo).

Non è cosa da poco per “Indipendenza” aver comunicato certe istanze. Non è cosa da poco il ‘nodo’ della sovranità politica e dei diritti sociali che era incorporato nel referendum e che continua ad esserlo nella lotta per la piena e fattiva ripubblicizzazione del trasporto locale capitolino. Non è una posta in gioco di poco conto, ed “Indipendenza” continuerà a portare il proprio contributo nella lotta.

Comitato NO referendum Atac - Indipendenza

Indipendenza
12 novembre 2018


_________________

NOI NON SMOBILITIAMO!

Giovedì 15 Novembre alle ore 19:30, i sottoscritti “comitati per il NO” in assemblea aperta presso la sede dell'associazione Indipendenza (Monti Tiburtini - via Luigi Barzini senior, 38), analizzato l'esito referendario per la privatizzazione di Atac, svoltosi l'11 Novembre, ritengono:
1) il risultato insoddisfacente e pericoloso per il destino e il futuro dei servizi pubblici locali, della collettività e del mondo del lavoro afferente;
2) pericoloso direttamente o indirettamente per il mondo del lavoro in tutte le Partecipate Pubbliche di Roma Capitale;
3) decide di perseguire l'obiettivo di rilanciare la dimensione pubblica a partire dal trasporto urbano di Roma, come uno dei principali “asset” economici sociali e ambientali che devono costituire un nuovo e importante motore di sviluppo per la Capitale.

Ritengono unitariamente che:
A) tale obiettivo politico, così come accade in tante altre capitali europee, sia realizzabile modificando la forma Societaria di Atac da Spa ad Azienda Speciale Pubblica, per riportare in maniera inequivocabile, “mission” e ragione sociale, dentro indirizzi strategici e funzionali al radicale cambiamento gestionale di Atac;

B) che siano obiettivi complementari al ruolo terzo della pianificazione pubblica, che deve prevalentemente lavorare in autonomia:
b1) per la riconversione della rete da gomma alla ferrotranvia;
b2) al completamento delle linee metro;
b3) ai non più rinviabili interventi infrastrutturali a partire dalle corsie preferenziali;
b4) al reperimento stabile e continuativo delle risorse dovute a Roma Capitale quarta area metropolitana di Europa capaci di compensare gli extra costi indotti dalle peculiarità di Roma;
b5) ad una adeguata “governance” territoriale che abbia come obiettivo prioritario arginare il 75% del traffico privato e commerciale e rispondere alle istanze del pendolarismo pretendendo un effettivo sistema integrato del trasporto con le 8 Fm del Lazio e le 3 Fs concesse;

C) che tale piattaforma programmatica abbia in sé:
c1) l'obiettivo speculare di una rigorosa tutela della salute pubblica e dell'ambiente;
c2) la compiuta realizzazione del diritto alla mobilità sostenibile e alternativa con segmenti garantiti e in sicurezza di ciclopedonalità;
c3) complementari occasioni di lavoro e occupazione.

D) Che tale piattaforma programmatica abbia in sé non soltanto il dovere di una salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, ma anche meccanismi di incentivazione allo sviluppo nei vari livelli del settore.

E) Che tale piattaforma programmatica sia l'unica strada per dedicare una particolare attenzione alle fasce deboli di utenza per la quale offrire, una volta a regime, anche modelli di gratuità del servizio.

F) Che in tale piattaforma programmatica e sociale non si possa eludere l'esigenza della costruzione di modelli partecipati in ogni municipio per una pubblica e aperta condivisione degli indirizzi strategici sul trasporto, costruendo relazioni costanti con realtà associative territoriali, centri di ricerca e università che abbiano reali poteri decisionali.

Per questi motivi, sapendo che sotto la pelle dei risultati dell’astensione è ben presente un malessere scevro dalle strumentalizzazioni dei radicali e del PD, è ben presente l’interesse di corporazioni di interesse specifico per privatizzare il settore a vantaggio dei privati che non rinuncerà a tale lucroso obiettivo, noi non ci accontentiamo del mancato raggiungimento del quorum e puntiamo sulle nostre ragioni, che traguardino obiettivi sociali che vanno oltre la questione Atac di oggi ma per un Atac del domani, nella consapevolezza che non affrontare il problema per quel che è, significa ignorare dati di fatto che già oggi rappresentano i problemi di tutte le aziende pubbliche e per l'intera comunità.
Noi siamo convinti di agire politicamente per gli interessi collettivi e da Roma Capitale su questi temi lanciamo una piattaforma di sfida politica e programmatica; una sfida contro la logica delle privatizzazioni e l’esclusiva ricerca del profitto in tutti i beni comuni e indivisibili.
Apriremo la discussione nelle istituzioni municipali, nelle associazioni e tra i lavoratori del settore, con tutti i sindacati, proponendo una proposta di legge di iniziativa popolare per la quale raccoglieremo il consenso tra gli utenti e il mondo del lavoro. Perché siamo convinti che la “governance” di Atac, condizionata dai fattori esterni sopraelencati, così com'è non funziona e non funzionerà a prescindere dal concordato. E siamo convinti che altri inconfessabili disegni spingono per soluzioni non dichiarate ma che in caso di fallimento servirebbero un “assist” formidabile agli interessi costituiti e rappresentati anche in questo referendum, comunque per la privatizzazione non solo di Atac ma di tutte le Partecipate Pubbliche.

Noi puntiamo ad una svolta reale che:
G) contribuisca ad un nuovo modello di città in cui si produca occupazione, tutela ambientale e libertà di movimento.
g1) Non minore, ma maggiore servizio di trasporto in tutti i quadranti territoriali per ricucire territori smembrati dal nuovo piano regolatore e che registrano una domanda crescente di mobilità.
g2) che riporti il controllo effettivo di un importantissimo braccio strumentale nell'alveo dei doveri dell'istituzione Comune di Roma, che deve riconoscere e rappresentare una matura e dimostrata capacità elaborativa e propositiva dei cittadini e dei lavoratori del settore;
g3) che chiede un nuovo modello che includa la reinternalizzazione delle attività primarie, dalle manutenzioni, al soccorso stradale alle pulizie e rifornimento per prima uscita e rientrata a fine turno;
g4) che, sull’indotto, controlli e prevenga il “dumping” sociale dato dalle dinamiche degli affidamenti in subappalto al massimo ribasso;
g5) che smantelli filiere politiche e clientelari di appartenenza e imponga una trasparente selezione con procedure ad evidenza pubblica e parametri e criteri meritocratici del “management” apicale e dei gruppi dirigenti allocati nelle macrostrutture con valutazioni trimestrali;
g6) che a tale proposito ricostruisca degli organismi di controllo autonomi e terzi fuori dal rischio di cattura da parte dei potentati economici e della mala politica.

Per questo seguiranno altre riunioni, assemblee e dibattiti su questo tema con cittadini, lavoratori e istituzioni. Aperte alla inclusione e partecipazione di altri soggetti associativi che vogliono capire e discutere anche da posizioni diametralmente diverse. Per noi, dopo l'acclarato fallimento delle politiche di privatizzazioni dei servizi pubblici, in Italia e in Europa, la sfida da cogliere senza se e senza ma, in termini di politiche industriali, trasparenza e moralità, di gestione e organizzazione, di rispetto dei diritti degli utenti e dei lavoratori, è: “far funzionare il pubblico meglio del privato”.

Non vogliamo i privati nel trasporto a Roma o in Italia, perché gli innesti di settori in “outsourcing” regalati ai privati hanno portato non solo Atac ma buona parte delle Partecipate Pubbliche allo stato di crisi in cui sono. E presto con l'uberizzazione dell'economia reale e dei servizi pubblici sarà un problema da affrontare anche nel mondo dei taxi.
Sul tema della mobilità, con l'esperienza di Roma TPL, a cui è stato ceduto il 30% della rete pubblica nelle periferie, i romani con i privati hanno già dato.
Cambiare Atac si può, renderla più produttiva, efficiente e di qualità si deve, perché con questo cambiamento reale e non con le scorciatoie a favore dei privati, miglioreremo realmente la qualità della vita, del lavoro, delle relazioni umane e sociali e dell'ecosostenibilità ambientale per tutti noi.

Atac Bene Comune, Calma, Lavoratori e Utenti, Pendolari Roma Lido, Coord. Decide Roma-Acqua Pubblica, Indipendenza, Mobilit@s

16 novembre 2018
Torna in alto Andare in basso
alekos18

alekos18


Numero di messaggi : 1117
Data d'iscrizione : 04.04.07

Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione Empty
MessaggioTitolo: Atac/ Cedimento scala mobile a Roma   Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione Icon_minitimeLun Nov 26 2018, 21:23

CEDIMENTO SCALA MOBILE A ROMA:
EFFETTI DELLA LIBERALIZZAZIONE / PRIVATIZZAZIONE DI ATAC!

Fermata Repubblica della metropolitana di Roma. Il 23 ottobre scorso, il giorno della partita Roma-Cska Mosca, cede la parte finale della scala mobile: 24 feriti, 6 in codice rosso. La versione che comincia a viaggiare nell’etere parla di tifosi russi che, ubriachi, saltando sulla scala, avrebbero determinato il cedimento. Un loro comunicato smentirà poco dopo tale versione, come del resto si riscontrerà in un video che mostra come nessuno stesse saltando e come la scala mobile fosse ‘impazzita’ andando giù ad una velocità anomala rispetto al normale.

Molto significativo questo grave fatto di cronaca. Vediamo il perché. Atac, da molti anni, è una Società per Azioni, ovvero un’impresa in cui la proprietà interamente pubblica non ne modifica lo scopo di lucro (con effetti disastrosi). Prevalgono cioè, sugli obiettivi sociali, le valutazioni economico aziendali ed è per questo che i problemi Atac li ha finora affrontati al modo delle aziende private: tagli di linee e fermate, precarizzazione del lavoro, dumping sociale, appalto di proprie funzioni a ditte esterne all’azienda (ad esempio per la manutenzione), riduzione al silenzio di lavoratori critici (anche con licenziamenti) e di utenti. Per la cronaca Atac possiede l'80%; il 20% è già stato liberalizzato ed è gestito dal consorzio di imprese private Roma TPL che eroga un servizio nelle periferie anche peggiore e per giunta paga gli stipendi a singhiozzo.

In linea con quanto sopra, anche per la manutenzione delle scale mobili della metro romana viene indetta una gara d’appalto. Ad aggiudicarsela (per tre anni) è il gruppo Rti Del Vecchio srl di Napoli (mandataria) e Givan Group Srl di Fiumicino (mandante), che sbaraglia la concorrenza offrendo il servizio con un massimo ribasso di circa il 50% (la cifra offerta è di 11 milioni e mezzo di euro su un quadro economico complessivo a base di gara di 22 milioni e 900mila) e garantendo oltre alla manutenzione ordinaria anche il pronto intervento ed i collaudi.

Vi sono ambiti di interesse collettivo (come il trasporto, le autostrade, l’energia e molti altri) che non dovrebbero mai essere privatizzati. Il privato persegue il profitto, il pubblico –se effettivamente tale e non un modo diverso per dire privato o gestione privatistica– no! Non è una differenza da poco, tanto più in ambiti che sono in sé da ‘monopolio naturale’ necessariamente pubblico. Restando sul trasporto cosiddetto pubblico a Roma: aver innescato meccanismi di concorrenza se non subito, certo nel medio periodo determina un drastico peggioramento del sistema di trasporto perché tutto ricade sulla riduzione della manutenzione, sulla riduzione dei salari dei lavoratori, sulla riduzione complessiva della qualità del servizio. Liberalizzare significa che le aziende senza rischio d'impresa utilizzano i finanziamenti pubblici, oltretutto usufruendo delle infrastrutture pubbliche (reti elettriche, binari, fermate, pensiline e probabilmente depositi) pagati dalla collettività. Per ottenere più profitto, quindi, lo si ricaverà sulle spalle dei dipendenti (meno salario, peggioramento delle condizioni di lavoro, sfruttamento) e dei cittadini (taglio di linee non remunerative, soppressione di turni e bus in zone periferiche meno appetibili).

Ora, l’11 novembre a Roma si vota al referendum consultivo su Atac. Chi attacca Atac, facendo credere che sia un carrozzone pubblico inefficiente, corrotto, indebitato, omette di precisare che sta parlando di Atac SpA il cui modello societario e quindi di gestione è ispirato alla liberalizzazione, che produce situazioni anche come quella del cedimento della scala mobile di Roma. È la logica del profitto perseguito costi quel che costi. Dentro questa stessa logica si è consumata la tragedia del Ponte Morandi di Genova. Dentro questa logica neoliberista che ha assunto, in questa fase, la forma predominante della gabbia unionista europea, il pubblico deve morire!

Votare NO l’11 novembre significa non difendere ‘questa’ Atac SpA bensì porre il nodo di una ripublicizzazione di Atac, contro il modello da Roma TPL che si vorrebbe estendere in modo dominante e indiscusso, senza più nemmeno la formale proprietà pubblica esercitata dal Comune.

Comitato NO referendum Atac – Indipendenza

https://www.youtube.com/watch?v=x6AixNc6zWQ

Indipendenza
26 ottobre 2018


Torna in alto Andare in basso
alekos18

alekos18


Numero di messaggi : 1117
Data d'iscrizione : 04.04.07

Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione Empty
MessaggioTitolo: Re: Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione   Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione Icon_minitimeVen Nov 30 2018, 02:55

Insieme per ricostruire il servizio pubblico di trasporto – trasformare Atac in Azienda Speciale – aprire
il Comune alla partecipazione di lavoratori e utenti – iniziative del Comitato promotore

Il 23 novembre 2018 si è svolto un secondo appuntamento, in cui si sono incontrati comitati, associazioni, persone che hanno operato per il NO alla messa a gara del trasporto pubblico di linea e non di linea, proposta dal Referendum dell’11 novembre scorso. Hanno convenuto, superato lo scoglio della privatizzazione del servizio che poneva su di un binario sbagliato e negativo la soluzione dei problemi di ATAC, di dare seguito alle indicazioni emerse nel corso della campagna referendaria per ricostruire un servizio di trasporto pubblico a Roma degno di questo nome. Ossia in linea con l’obiettivo di renderlo un’attività efficiente, di qualità, in grado di rispondere alle esigenze dei lavoratori e degli utenti, universale, con attenzione alle differenze sociali e di genere e alle classi di abitanti più in difficoltà per età, condizione di reddito, di abitazione, di precarietà lavorativa…

Un servizio che - con la riduzione progressiva dell’uso attualmente abnorme dei mezzi di trasporto individuali, con l’utilizzo del ferro rispetto alla gomma, con l’adozione di nuove tecnologie di propulsione e di organizzazione - diventi strumento efficace per arginare l’inquinamento a tutela della salute pubblica e per la realizzazione delle politiche della mobilità e della logistica di cui la città di Roma non può continuare a restare priva.

Un obiettivo di questa portata implica azioni rivolte alla modifica dell’organizzazione dello specifico servizio svolto da Atac e Roma TPL ma, contemporaneamente rivolte a modificare il governo della mobilità, dunque le politiche cittadine, metropolitane e regionali. L’incuria nei confronti del pendolarismo, l’assenza di una idea di modifica del peso del turismo, l’amministrazione urbanistica e abitativa subalterne al potere delle rendite, sono tutti aspetti che devono essere affrontati unitariamente a quelli specifici della regolazione della mobilità pubblica e privata regionale e urbana, del debito e dell’arretratezza di Atac, del deficit infrastrutturale della città.

Un primo passo importante in questa direzione è la volontà, emersa il 23 novembre, di procedere INSIEME, valorizzando il fatto di essersi conosciuti tra diversi Comitati (e tra differenti posizioni) verificando che pur partendo da esperienze anche distanti si è convenuto su questi decisivi punti comuni:

1.- Trasformazione di Atac da Società per Azioni in Azienda Pubblica Speciale, recuperando anche nella forma giuridica l’obiettivo di essere strumento immediato delle politiche comunali nonché aperto alla voce dei lavoratori e dei cittadini in merito alla programmazione, definizione delle priorità, gestione e controllo. Trasformazione che è necessaria se la missione della nuova organizzazione è quella più sopra delineata, in quanto è evidente che nessuna società per azioni (e men che meno le gare per il mercato) può porsi quegli obiettivi. È chiaro che la nuova Azienda speciale comprende anche il servizio ora svolto da Roma TPL.

1a. - Immediatamente è necessaria una legge speciale per Roma Capitale; ottenere adeguati finanziamenti dallo Stato e dalla Regione, superando la distorsione al ribasso che colpisce Roma; formare un Fondo comune trasparente che dia conto di tutti i finanziamenti (statali, regionali, comunali) in essere e programmati; predisporre e attuare una procedura di scelta degli amministratori di Atac che superi lo spoil system partitico in atto e recuperi competenza e indipendenza.
A tal fine si propone una Deliberazione comunale di iniziativa popolare che avvii i cambiamenti accennati.

1b.- Il fardello del debito troverà una prima sintesi il 19 dicembre prossimo quando i creditori saranno chiamati ad esprimersi sulle scelte che li riguardano in base alla procedura del concordato preventivo.
I Comitati hanno deciso di svolgere il giorno Martedi 10 Dicembre una Conferenza stampa nella quale presenteranno le proprie proposte in tema di debito, di immobili Atac, di interventi urgenti nelle periferie, di ampliamento delle corsie preferenziali, assicurando anche la continuità delle stesse nelle intersezioni, di liberazione delle fermate dalle auto in sosta, d’inizio della ricostruzione di una rete tramviaria articolata. Su questi punti i Comitati si impegnano a preparare note di indirizzo utili a costruire iniziative di approfondimento, informazione, raccolta di firme onde presentare al Comune specifiche Deliberazioni.

1c.- La trasformazione di Atac sarà possibile determinando una capacità di analisi, di progettazione e di composizione di differenti punti di vista su aspetti cruciali: dal sicuro connotato giuridico all’esame delle norme di settore; dalla programmazione esistente del contesto trasportistico ( metro c, Roma Lido e ferrovie concesse, ferrovie regionali, Saxa Rubra Laurentina, PUT, PUMS) ai cambiamenti indotti dall’evoluzione delle forme di trasporto; dalla mobilità alternativa ciclopedonale alle politiche utili per arginare il traffico privato, commerciale e turistico; dal rapporto con l’hinterland regionale della città metropolitana al deficit infrastrutturale e all’uso delle tecnologie. È evidente che i Comitati non ritengono di fare ciò da soli, ma suscitando quel dibattito pubblico che permetta a differenti punti di vista (di lavoratori, imprese, centri di ricerca, cittadini) di incrociarsi, consolidando un’azione collettiva.

2.- Superare il buco rappresentato dalla incapacità (o non volontà) del Comune di modificare l’assetto attuale della mobilità, obbligandolo a operare affinché si determini un processo di recupero democratico del governo della città. Perciò i Comitati hanno deciso di incontrare con la loro proposta in ogni Municipio, associazioni, abitanti, lavoratori, imprese, forze politiche e sindacali che si sono dimostrate sensibili al tema, per informarli di questo progetto, per valutarne la corrispondenza alle loro lotte o iniziative o riflessioni, prendendo da esse concretezza e credibilità. Un dialogo e una diagnosi essenziali al buon rafforzamento dell’itinerario qui delineato.

2a.- Un punto molto importante è che in questa azione si apra una discussione di merito sul “piano industriale di Atac” per farne il punto di verifica dell’Azienda speciale ed imprimere una torsione delle logiche aziendali alle crescenti necessità sociali; come pilastro a cui riferirsi per l’integrazione con FS e Cotral e per i provvedimenti da assumere in segmenti collegati (non di linea, taxi collettivo, scuole, disabili), di recupero delle “esternalizzazioni” e degli immobili necessari all’espansione del servizio su ferro.

3.- I Comitati riunitisi il 23 scorso si costituiscono in Comitato promotore per il perseguimento delle azioni sopra indicate. Aperti ovviamente a quanti vorranno farne parte. Attualmente il Comitato coordinatore è provvisorio e agli incontri tutti possono partecipare (si chiede che i Comitati promotori siano sempre rappresentati).

* i comitati presenti sono stati: Calma, Mejo de no, Atac Bene Comune, Mobilit@s, Comitato utenti lavoratori, Comitato No referendum Atac (Indipendenza), Forum Acqua Pubblica, Roma Nuovo Secolo, Coordinamento residenti città storica, il periodico “il Cielo sopra l’Esquilino”. Per altri impegni non hanno potuto partecipare il Comitato Pendolari Roma Lido, il Forum salviamo il paesaggio di Roma e Rieti, il Comitato per il tram Saxa Rubra Laurentina. Il Comitato No corridoio Roma Latina.

23 novembre 2018
Torna in alto Andare in basso
Contenuto sponsorizzato





Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione Empty
MessaggioTitolo: Re: Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione   Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione Icon_minitime

Torna in alto Andare in basso
 
Roma, Atac. Bilancio e non smobilitazione
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» Roma, 5 novembre 2018. Atac/ Le ragioni del SI e del NO
» Roma, 6 novembre 2018. Su Atac ad Ostia
» Roma, 7 novembre 2018. Su Atac a Garbatella
» Roma, 30 ottobre 2018. Referendum Atac. Le ragioni del NO
» Roma, 9 novembre 2018. Su Atac a Tor Bella Monaca

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Rivistaindipendenza.org :: Bacheca (iniziative e comunicati interni)-
Vai verso: